- Allora, Principe, ecco il sito che ti dicevo. - Leggi, Carlos. - “Un book fotografico è la chiave del successo professionale di un modello. In un portfolio ben fatto devono trovare spazio diverse tipologie di scatti, che ovviamente incidono sui costi di uno shooting fotografico: primi piani, ritratti a mezzo busto, fotografia full body e foto con outfit vari.” - Sì, questo lo davo per scontato. Ma i prezzi? - Dipende, Principe: si va da seicentomila lire per i primi piani alle ottocentomila per le foto a corpo intero. E poi ci sono delle maggiorazioni di prezzo per i cambi di outfit. - Sarebbe? - Cambi di vestito e di scenografia. - Certo, costa di più perché bisogna regolare le luci. Ma non possiamo farle noi, le foto? Non puoi immaginare quanto mi dia fastidio questa cosa. - No, Principe, se vuoi un risultato professionale bisogna che tu vada da un fotografo vero. I migliori sono a Milano. Devi farti fare un portfolio, si chiama così. - E va bene, andiamocene a Milano. Dimmi un nome di fotografo a caso, il primo che trovi nel sito. - Gianni Gandolfini, via Ludovico Cavaleri 42. Ti dò il numero? - Sì, grazie: prendo appuntamento e ci vado appena possibile, così mi tolgo il pensiero. Bella me la potete tenere voi per un giorno? - Senz’altro, lo sai che va molto d’accordo con Mayra. Ma sei giù di morale, Principe. - Per forza: sono già a corto di soldi e mi tocca andare a spenderne altri per sperare di guadagnare qualcosa con un lavoro che mi fa schifo. - Lo farai solo se ne hai voglia. Sento che Mayra ha fatto il caffè: andiamo in cucina a prenderne una tazza. - Con i biscotti fatti da lei? - Sì, con i biscotti. - Allora volentieri. … - Fammi il broncio, fammi il broncio… così… Di più, tira fuori quelle labbra! - Ma così sembro un cretino. - Tesoro, tutto meno che cretino: fai venire idee di tutti i generi, ma non quella, credimi. Ma ti sei fatto dei filler a quelle labbra? - Dei che? - Filler. Te le sei gonfiate con l’acido ialuronico? - No, macché gonfiate: sono già gonfie abbastanza. Praticamente ho una bocca da donna. - Hai la bocca più sexy che io abbia mai visto dopo quella di Mick Jagger. La testa indietro, lascia cadere i capelli, così, bravo… senti il vento nei capelli… - È un ventilatore. - È il vento, amore, è il vento che ti scompiglia i capelli mentre ti aggrappi all’albero e tenti di dare la scalata al Castello Sforzesco. - Ma solo un coglione tenterebbe di dare la scalata a un castello arrampicandosi su un albero! - La gente crede a quello che vede, e qui vede un cavaliere medioevale, un albero e un castello. Hai un outfit che è la fine del mondo, compresa la corazza, quindi puoi dare la scalata a tutti i castelli che vuoi. Anche i capelli sono perfetti, abbiamo risolto il problema della lunghezza con le extensions: sono assolutamente naturali, puoi agitarli quanto ti pare. Dammi retta, devi farteli crescere. - Li avevo già lunghi, ma poi li ho tagliati. - Fatteli crescere di nuovo. Per il tuo tipo fisico ci vogliono i capelli lunghi: faccia d’angelo su un corpo maschile, un androgino da sballo. Scrollali, buttateli in faccia, lasciali cadere in disordine: sei sensualissimo così. Devi fare un po’ di palestra per gli addominali, però: le case di moda vogliono le tartarughe. - Le tartarughe? - Si chiamano così, tesoro. Ora avvìnghiati all’albero, così… perfetto… strofinati sensualmente… Di più, come se volessi farti il tronco dell’albero, come se fosse la tua donna… O il tuo uomo? - Preferibilmente donna. - Preferibilmente: questo lascia aperte tutte le porte. Sei stupendo, ora getta indietro la testa e non sorridere. Devi sembrare incazzato, stai dando la scalata al castello. - Sto dando la scalata al castello o mi sto facendo l’albero? - Tutt’e due. - Okay, sono uno squilibrato: bastava saperlo. - Ma non parlare sempre, mi rovini gli scatti più belli! Guardami come se mi odiassi, come se volessi prendermi a frustate… perfetto… così. Ora basta con il Medioevo: togliti tutto e sdraiati nell’erba. - Ma qui, nel parco Sempione, con la gente che passa? - La gente adorerà la tua vista, credimi. - Mi tolgo la corazza e il costume e resto in maglietta e jeans? - Ho detto tutto. Tutto tranne le mutandine, se no ci arrestano. - No, dai, per favore… - Non discutere, lasciami fare il mio lavoro: hai scelto uno dei fotografi più in di Milano, non pretenderai di insegnarmi il mio mestiere. - Non mi permetterei mai. - Tu hai un sacco di possibilità, ragazzo: buchi l’obiettivo. Con il tuo fisico farai certamente il modello per l’intimo, perciò il tuo book deve assolutamente includere anche questo tipo di scatti. Cambiati lì, dietro il paravento. Oh bravo, vedo che hai messo su gli slippini neri aderenti: quei boxer con i paperi che avevi prima erano improponibili. Ora vammi giù nell’erba. - Nell’erba? Ma ci saranno delle siringhe! - Controlla bene e poi sdraiati. Ora drizzati su un gomito e fissa il vuoto. Non avere nessuna espressione, devi solo offrirti agli sguardi… Bene, così… - Abbiamo finito? - No: ne facciamo ancora qualcuna con un outfit completamente diverso, tipo Steampunk. - Che sarebbe? - Uno stile particolare, una specie di fantascienza ambientata nell’Ottocento in cui la tecnologia più avanzata è azionata dalla forza del vapore. In pratica ti vesti in stile ottocentesco, ma con degli accessori tecnologici anacronistici. - Interessante. - Quindi vatti a mettere camicia, gilet, giacca con il colletto di velluto, cravatta di seta, e appenditi al collo un po’ di quegli aggeggi; ci sono dei binocoli, dei medaglioni, degli occhiali con l’elastico dietro, dei manometri, degli orologi, vedi tu: è tutta roba completamente inutile, serve solo a fare scena. Oh, qui ci vogliono anche i baffetti: li trovi nella trousse. - I baffetti? - Sì, siamo nell’Ottocento. E togliti le extensions, i capelli vanno corti. - Okay… … - Ecco il tuo book, ragazzo: avevamo pattuito novecentomila lire, ma ti faccio un po’ di sconto perché mi è piaciuto molto lavorare con te. Facciamo ottocentocinquanta. - Grazie, signor Gandolfini: le va bene se pago in contanti? - Benissimo. Ma dammi del tu, non sono poi così vecchio: mi chiamo Gianni. - D’accordo, Gianni. - Le foto sono spettacolari, devi ammetterlo. - Sì, sono molto belle. - Tu hai un futuro come modello, Emmanuel, lasciatelo dire: sei un po’ timido, ma prendi la luce come pochi e quando ti lasci andare sei una roba esagerata, sexy da paura. Hai dei mezzi fisici assolutamente fuori del comune. Se ti va, posso farti ancora qualche foto gratis en déshabillé: nella saletta qui di fianco c’è un lettino con le luci giuste. - En déshabillé, sarebbe nudo? - Sì, tesoro: non potevamo certo farle nel centro di Milano, con tutti i passanti che guardavano. - Ma cosa me ne faccio di foto dove sono nudo? Non posso mica mandarle alle case di moda. - Be’, non proprio nudo: diciamo che metteresti una manina al posto giusto. - No, grazie, Gianni: apprezzo sinceramente l’intenzione, ma penso che sia meglio evitare. - Come vuoi. Ad ogni modo queste foto sono un bel lancio, credimi: ti vedremo molto presto sulle copertine delle riviste di moda. - No, niente di tutto questo. Non ho nessuna intenzione di fare carriera in quel campo. - Ma come? E allora perché sei venuto da me a Milano e hai speso tutti questi soldi? - Perché voglio lavorare un po’ per qualche casa di moda, ma solo saltuariamente. Diciamo a tempo perso. - Non ci siamo proprio, tesoro… Tu sei nato per questa carriera. - Grazie, Gianni, non m’interessa lavorare come fotomodello. - Stai sprecando un grosso talento e un’opportunità di guadagno unica: tu puoi sfondare in questo campo, e guarda che non lo dico quasi a nessuno. Ne vedo passare di gente in questo studio, ma sono quasi tutte persone abbastanza comuni che cercano di sembrare speciali: tu invece sei speciale per davvero. - Non credo di meritare questo complimento, ma in ogni caso non voglio sfondare… né farmi sfondare. Grazie del tuo lavoro, mi sono divertito molto a fare queste foto con te. - Piacere mio: torna a trovarmi quando vuoi, per te ci sarò sempre. - Se avrò bisogno di altre foto verrò certamente da te. - A presto! ... - Carlos? Sarò di ritorno fra un’ora e mezza, ringrazia Mayra per avere tenuto Bella. Sì, vengo a cena da voi, grazie. È andata bene, ma c’è da ridere. Sì, poi ti racconto. A fra poco!