- Che c’è? - chiede. - C’è che non l'ho mai fatto - rispondo con semplicità. Mi accarezza il viso. - Lo so. Ma non preoccuparti, andrà bene comunque. Non penso più a nulla. Lei chiude gli occhi e la sua febbre pian piano aumenta, a un certo punto mi chiama amore ma non pronuncia mai il mio nome, non capisco neppure se si renda conto di essere con me, poi di colpo sussurra al mio orecchio ti voglio ed è come una scarica elettrica nella spina dorsale. Il momento è venuto. Ho un attimo di panico, poi spalanco le braccia e mi lascio cadere nel vuoto. Una vampa di calore mi spinge di colpo in alto, vedo lei laggiù in fondo sull’orlo di un incomprensibile terrore, non penso più a me stesso e neanche potrei perché non ci sono più, sono sparito in lei, sono lei, so esattamente tutto quello che le sta succedendo, so dove devo portarla e come, un vortice mi risucchia, ripercorro all’indietro tutta la mia vita e l’urlo della luce e nove mesi di dolcissimo nulla, lei non riesce ad uscire da quell’apnea di follia resta avvinghiata a me dice aiutami, il gorgo la inghiotte mentre io mi alzo, mi sollevo da terra, le mie ali robuste mi portano sempre più in alto, vedo sotto di me il campanile dell’abbazia e non voglio lasciarla sprofondare, devo portarla con me, poi finalmente il decollo, il volo, la vertigine, la bellezza tremenda del suo viso. Conto tutte le stelle della notte mentre atterro dolcemente e le dono quel che resta di me. Apre gli occhi pieni di lacrime: sei bravissimo sussurra. Ma non sono bravissimo, non sono niente. Voglio rivederla così altre cento, altre mille volte. Ho sedici anni, posso permettermi di ricominciare subito. Quando guardiamo l'orologio sono quasi le tre di notte; mi ricordo all'improvviso di mia madre, tutto mi sembra irreale. Verso le tre e mezzo mi lascia davanti al cancello di casa mia. L'ansia ha incominciato a rodermi e non smette finché lei non mi fa una domanda che aspettavo da un'ora: - Ti va se ci rivediamo ancora? Non so cosa le rispondo, ma dev'essere molto buffo, perché scoppia a ridere.