Dov’è finita la luna? Eccola. Ce ne sono due stasera. Identiche. Un'aria ferma, densa. Ombre di vaniglia nel cielo spento, le nuvole si spostano lentamente. Entrano nel fienile, sono viola. Verdi. Di nuovo la civetta, il pianto dell'assiolo. Il fiume tace, non un alito di vento accarezza la pelle del serpente. Scivola in vestaglia il topo, di nuovo, di nuovo, ti sento piccolo bastardo dove sei. Ma quante volte ancora, ho freddo sono solo. Stringo i denti, trattengo il respiro, non è facile, davvero tutto questo non è facile. Un respiro profondo, su bello coraggio è fatta. Ed è giusto che accada proprio qui. L'amore con la vita, l’amore con la morte, perché finisce sempre? Quel giorno, ricordo, c'era una luce piatta, e lei alzandosi con un sorriso indolente. Fa freddo stanotte. Guardava la distesa del mare, stagnante metallo liquido. Indugia sul gancio del costume, la schiena abbronzata. Il gancio scatta, la stoffa elasticamente si ritrae. Guardare e non toccare, siamo anime di bambini. Un sorso di candeggina per ritornare vergini. Un altro brindisi, amore? È un po’ forte ma fa bene. Ci sei? Oh sì sei qua. Chi sei? Comincia, finalmente. Dicevo. Cosa dicevo? Vergine guerriera, corpo androgino, fianchi stretti di ragazzo. Affronta le onde con l'acqua al ginocchio. La carezza fredda sale sull’inguine, rovescia la testa all'indietro. Fende l'acqua, è lontana, le braccia si alzano ritmicamente. Sono solo. No ti sento. Toccami. Toccami adesso, con le tue dita di ghiaccio. Ancora ancora così ti prego non finire mai. Di chi sono queste mani? Rido convulsamente. Mi sfugge un singhiozzo che nessuno ascolta. Dio, c’è davvero qualcosa di comico in tutto questo. Sai dirmi cosa, per favore?